Un campanile maestoso e solitario nel lago ghiacciato. Qui vi ho parlato tempo fa di un labirinto “magico”…oggi invece vi racconto di montagne e neve tutto intorno. 🙂 Natura selvaggia e sopita coperta dal ghiaccio. Vento che soffia gelido ed inesorabile rendendo quasi immobile quel paesaggio dai bianchi colori.
E silenzio, un silenzio assordante
La natura della Val Venosta
La pace e la tranquillità di un posto tanto sperduto quanto sconosciuto è quello in cui sono incappata per caso in un week end che ho deciso di trascorrere in Val Venosta. Perché sono le casualità quelle che rendono ancora più spettacolare il miracolo della natura al quale ho assistito nei due giorni in cui ho soggiornato tra le montagne trentine.
Ero alla ricerca di tranquillità dopo giorni di duro lavoro immersa nell’assordante frastuono della città metropolitana condito di clacson, lavori in corso, vociare e frenesia. Ho sentito l’impellente necessità di uno spazio “sospeso”,di un rallentamento, del sapore lento e genuino della vita e dei suoi colori che stavo perdendo il piacere di godermi inseguendo il grigiore dei fumi milanesi.
La mia curiosità è stata attratta da un’immagine fiabesca di un’ antica torre campanaria nascosta parzialmente da un lago; pensavo inizialmente potesse essere un’abile montatura fotografica ma ho scoperto dopo una rapida ricerca che invece quel luogo esiste: è il paesino di Curon Vecchia la cui triste storia è poco nota. Fu infatti la decisione di costruire un lago artificiale a dare origine a questa particolare paesaggio lacustre. Il paesino venne raso al suolo ma la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria non potè subire lo stesso trattamento in quanto monumento storico. La leggenda narra anche che si possano sentire ancora le campane suonare: in verità furono rimosse nel 1950.
Sono partita un sabato mattina alla volta di Sluderno, in provincia di Bolzano: già durante il viaggio, il timido sole che si frangeva sui regali monti innevati mi fermava il cuore dalla meraviglia. Sluderno è un paesino di montagna dominato da un castello: pochi abitanti, qualche turista e i sapori genuini del territorio venostano. Mi sono addormentata dopo aver gustato una squisita zuppa di finocchio e godendo del solo rumore dello scorrere del ruscello sotto la finestra del mio albergo. Una notte stellata mi ha dato un “caloroso” ulteriore il benvenuto.
Il campanile “sommerso
Il mattino seguente sono partita alla volta del campanile sommerso, a circa mezz’ora da dove ho alloggiato: sono rimasta letteralmente in contemplazione di quel luogo silenzioso e misterioso che ancora pare cantare la sua sofferenza per la vita dimenticata. Imponente ma anche malinconica, la costruzione svetta dal lago di Resia che sessant’anni fa l’ha sommersa facendo dimenticare Curon vecchia ai suoi abitanti e creando una meraviglia turistica da togliere letteralmente il fiato.
Sono ripartita alla volta di casa con una sensazione di pace che le parole non riescono a descrivere: un’ emozione unica, credetemi.
Se avete bisogno di info..sono qui! 🙂