1-Nome: Maral… la sua etimologia viene dal Cervus elaphus sibiricus un tipo particolare di cervo molto chiassoso…con gli amici però l’ho venduta molto meglio: per tutti infatti Maral vuol dire cerbiatto…Bambi…insomma…
2- Origini: Iraniana da parte di papà e mamma… anche se non so più se mi sento iraniana al 100%… ho delle sane crisi d’identità!
3-Colore preferito: Dipende dal contesto: ne ho di preferiti per i vestiti, per esempio senape, verde smeraldo e di preferiti per gli oggetti, nella natura ad esempio adoro il blu del Mediterraneo.
4- Il tuo ricordo più bello: Vicino a casa di mia nonna a Teheran (Iran) c’era una minuscola drogheria. C’era appeso un giga cartone numerato da 1 a 100, una sorta di calendario dell’avvento senza avvento. Come sorpresa dietro alle caselle si nascondevano dei palloncini colorati di diverse dimensioni. Sapevamo che tra i 100 palloncini ce n’era uno gigante. Io e mia cugina cercavamo di racimolare pochi soldini per andare ogni settimana dal signor droghiere Mahmood per farci scoprire una casellina nuova, sperando di trovare il mega palloncino. Nella nostra fantasia, infatti, quel palloncino ci avrebbe fatto prendere il volo… bastava appendersi e salire su una sedia per volare via come un soffione…
5- Cosa fai nella vita? Mi sono laureata in Lingue e mi sono specializzata alla Scuola per Traduttori e Interpreti a Londra, dove ho conseguito il Master in Traduzione e Interpretazione di Conferenza. Nel 2012 ho aperto una società di servizi linguistici assieme a un caro amico ingegnere, Duccio Armenise. La società si chiama Worldbridge e forniamo corsi di lingua, traduzioni e servizi d’interpretariato per aziende e istituzioni.
6- come ti è venuta questa idea? Ah… l’idea è venuta dalla crisi. Sia io che Duccio ci trovavamo in un momento di confusione professionale. Un giorno ho letto questa frase di A. Einstein: La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura”. Ho chiamato Duccio e gli ho detto che dovevamo trovare l’ispirazione proprio attraversando la nostra delusione e che insieme avremmo potuto fare grandi cose. Abbiamo competenze diversissime e complementari… questa è stata la nostra chiave vincente.
7- Raccontaci una tua giornata tipo: Non ho una giornata tipo… ogni giorno mi ritrovo a vivere cose diverse. Da una parte questa cosa mi destabilizza perché ti sembra di vivere sulle montagne russe… dall’altro mi da carica perché mi sembra di vivere intensamente…magari mi stresso ma non mi annoio mai.
Ora per esempio il mio lavoro è molto più strategico che operativo e quindi mi ritrovo a dover tirare fuori dal cappello idee e progetti nuovi costantemente.
8- Tre aggettivi per descriverti: vulcanica, vulnerabile ma centrata.
9- Un messaggio che vorresti dedicare alle donne che ci stanno leggendo Vorrei dire loro di puntare su se stesse. Cercare il proprio centro di gravità permanente e cercare un equilibrio che non dipenda da situazioni esterne: cercare di brillare di luce propria senza scendere a compromessi.